
La moda sposa il food, e quello che nasce da questo matrimonio è qualcosa di spettacolare. Sono i prodotti dell’agricoltura ad ispirare il genio creativo di Bianca Imbembo imprenditrice napoletana, Ceo del marchio Kilesa che grazie al sodalizio con lo chef Ernesto Iaccarino del Don Alfonso 1890, crea una collezione di “gioielli” di pelletteria. Kilesa e Don Alfonso 1890, la moda e il food, Bianca ed Ernesto, l’alto artigianato della pelletteria e i prodotti della terra, sono questi gli ingredienti perfetti di una ricetta a quattro mani, quelle di Bianca Imbembo e quelle di Ernerso Iaccarino.
Due mondi diversi che hanno in comune la continua sperimentazione, l’innovazione e la ricerca del bello. Al centro una collezione di pochette in pelle realizzate in esclusiva per la famiglia Iaccarino su cui sono ritratti i prodotti dell’azienda biologica di famiglia “Le Peracciole”. Il risultato di questo accostamento è un prodotto raffinato e unico, figlio di due eccellenze campane. Abbiamo intervistato Bianca Imbembo che ci ha illustrato la collezione, con lei abbiamo parlato di com’è nata l’idea di accostare il food e quindi i prodotti della terra alla moda.
Come nasce l’idea di una collezione di pelletteria che trae ispirazione dal food?
“Il connubio tra food e fashion trovo che sia vincente. Alla famiglia Iaccarino mi lega un lungo rapporto di amicizia. Un giorno mentre ero al Don Alfonso 1890 per un pranzo di famiglia, si parlava del mio lavoro, del rapporto con il territorio e così mi venne l’idea di proporre la realizzazione di un progetto che legasse il food al fashion e alla famiglia Iaccarino”.
“Tutti i prodotti che escono dalla cucina del Don Alfonso 1890 sono prodotti coltivati direttamente nell’azienda agricola dei Iaccarino “Le Peracciole”. Furono proprio quei prodotti a darmi l’ispirazione per una collezione di accessori in pelle quali: borse, pochette e clutch. Già nel 2018 creai delle borse con degli ortaggi proprio per il Don Alfonso 1890. Sono andata lì con un fotografo e da alcuni scatti siamo passati ad un lavoro di grafica che ci ha permesso di stampare le immagini sulla pelle creandone così una collezione meravigliosa”.
Un’idea subito vincente?
“Sì, perchè è l’incontro tra due eccellenze del territorio. Tra noi c’è una grande sinergia, stima reciproca e questo progetto di collaborazione tra le nostre realtà ci è piaciuto tantissimo.
Qual è il suo target?
“Io mi avvalgo delle migliori mani artigiane campane e ho un target di clientela abbastanza alto”.
Può questo essere un progetto che valorizzi i prodotti del territorio?
“Da ogni cosa si può trarre spunto per reinventarsi e proporre qualcosa di diverso. La famiglia Iaccarino in questo ne è esempio; da albergatori hanno dato vita all’azienda agricola di famiglia per proporne i frutti sulla tavola del loro ristorante e dando l’opportunità ai propri clienti di portarli a casa confezionati come dei cadeaux”.
Come nasce Kilesa?
“Io non sono figlia d’arte, ero una ragazza appassionata di moda e ho voluto investire sulla mia passione per la moda con questo progetto. Ho sempre lottato per portare avanti il mio sogno, molti mi dicevano era indirizzato ad un target medio alto, però io sono andata avanti e oggi i risultati si vedono. Sono nel consiglio direttivo di Confindustria Moda Napoli e vedo tante realtà imprenditoriali nate da forti passioni proprio come la mia Kilesa, un’azienda che oggi è sinonimo di artigianalità e di Made in Napoli”.
Quali prodotti hanno il marchio Kilesa?
“La produzione riguarda borse e accessori, come foulard realizzati con le sete di Como, sandali gioiello, portafogli, caftani sartoriali realizzati a Napoli in seta”.
Ha anche prodotti da uomo?
“Certo, zaini, clutch da uomo, portafogli. Ovviamente le collezioni per l’universo femminile sono maggiori perchè si sa, la donna ha una grande passione per la moda”.
In quale altro prodotto del food può trovare ispirazione per una collezione?
“Qualsiasi tipologia di prodotto può essere di ispirazione per una collezione, sono aperta a qualsiasi joint venture sia del food, che si è dimostrato un connubio di grande successo, ma anche di altre tipologie. Mi piacerebbe ad esempio creare una borsa che avesse la forma di un prodotto legato al food”.
A quanto ho capito lei è una grande appassionata di food?
“Si, è un settore che mi affascina molto e mi stimola. Ho frequentato corsi di cucina, di enogastronomia. Alcune mie creazioni ad esempio sono esposte nelle vetrine del ristorante Terrazza Calabritto a Napoli”.
Quali altre collezioni particolari ha realizzato?
“Ho creato un progetto con Alessandro Ciambrone un artista che realizza opere dove sono raffigurati i siti UNESCO. Abbiamo creato una collezione di olio su pelle facendone anche dei test dove abbiamo riscontrato che il prodotto non si rovina e ne è uscita una collezione bellissima raffigurando il Vesuvio, Positano, Piazza del Plebiscito e la Reggia di Caserta. Ultima new entry la nuova collezione di “ECO CHIC BAGS” realizzata con pellami naturali e tessuto feltro ottenuto dal riciclo delle bottigline di plastica che troneggiano sulle nostre tavole e che saranno presentate nella prossima stagione invernale 2020/2021.
La collezione nata in collaborazione con il Don Alfonso 1890 dove può essere acquistata?
“La collezione è in esclusiva per la famiglia Iaccarino e per la boutique del Don Alfonso 1890 dove potrà essere acquistata. Nella loro boutique difronte all’albergo hanno sia prodotti del territorio che riguardano prettamente il food ma anche prodotti che riguardano eccellenze di altro genere, come delle bellissime ceramiche vietresi. La famiglia Iaccarino ha anche altre strutture e la loro idea è di portare la collezione un po’ in giro per il mondo. Credo che questa collaborazione sia la prima che nasce dall’accostamento tra un’azienda di moda e una famiglia che si occupa di food e ospitalità a 360°. In questa nostra collaborazione ha un ruolo fondamentale anche Livia la madre di Ernesto. Lei è parte integrante del progetto”.
Sicuramente è una collaborazione che porterà ad altro?
“Ci stiamo lavorando ho in mente di realizzare una bag di media grandezza con l’immagine del Don Alfonso 1890, un qualcosa di particolare. Oggi quel luogo è un’Istituzione e i clienti amano portare a casa un cadeau del Don Alfonso 1890”.
Nunzio Zeccato ringrazia Bianca Imbembo per l’intervista