
C’è una famiglia in Italia che potrebbe essere considerata come la famiglia “Reale” della gastronomia: i Iaccarino. Il palazzo reale è sicuramente il relais Don Alfonso 1890, considerato tra i migliori ristoranti di lusso al mondo, situato a Sant’Agata Sui Due Golfi, frazione del comune di Massa Lubrense in provincia di Napoli.
C’è un “re” don Alfonso, Chef degli Chef, una “regina” donna Livia Adario, enogastronoma appartenente ad una nota dinastia di imprenditori, e due “principi” Mario ed Ernesto, eredi di quella corona condivisa tra l’arte del ricevere e l’arte della gastronomia che solo a pochi è concesso ambire.
Ci sono alle spalle anni di dedizione ad un lavoro che per questa famiglia è una passione innata, che va dalla gastronomia all’ospitalità. Sì, perchè il Don Alfonso 1890 non è solo il tempio della cucina ma anche dell’ospitalità, quella a 360° che ti accoglie al cancello del meraviglioso giardino, ti accompagna nelle suite e ti inebria di gusto a tavola. Intervistiamo Ernesto Iaccarino, per parlare di gastronomia, del nuovo modo di fare ristorazione e ospitalità.
Una storia di oltre un secolo che ha reso la sua famiglia famosa in tutto il mondo, merito anche del lavoro che suo padre porta avanti da anni. Come si sente a portare questa responsabilità di essere figlio d’arte?
“E si, i miei genitori hanno lavorato sodo per raggiungere questi livelli. La responsabilità c’è ovvio, ma mi concentro tutti i giorni su quello che devo fare e poi mi diverto. Divertirsi è il segreto e tutto poi diventa più leggero”.
Oggi lei però grazie al suo impegno costante, alla dedizione che ha messo in questo difficile lavoro si è saputo ricavare i suoi spazi e non viene riconosciuto solo per essere il figlio di, ma per essere Ernesto, quanto è importante riuscire ad imporsi in questo settore nonostante il nome che porta?
“Io sto continuando a lavorare sull’idea di cucina di Alfonso che è stato precursore della Dieta mediterranea nell’alta cucina. Questo tipo di cucina è relativamente nuova nella fascia alta di ristorazione. Ed essendo relativamente nuova ci sono molti aspetti su cui lavorare”.
Il Don Alfonso non è solo ristorazione ma ospitalità a 360°, quale sensazione le piacerebbe che provassero i suoi ospiti all’arrivo e quando vanno via?
“Io penso che il Sud Italia abbia molti difetti ma ha un grandissimo pregio: l’umanità. Questa incredibile umanità si traduce poi in senso di ospitalità, da noi un ospite si accoglie quasi come un amico che viene a trovarti a casa, ma con educazione e rigore professionale”.
L’esperienza del Don Alfonso è possibile oggi averla anche a casa grazie ad una linea di prodotti della gastronomia, come nasce quest’idea?
“Si da qualche anno spediamo alcuni dei nostri prodotti anche a casa: la salsa di pomodoro, l’olio extravergine di oliva, il miele, la pasta per citarne solo alcuni. L’idea nasce per gioco, alcuni clienti qualche anno fa hanno iniziato ad insistere per ricevere a casa alcuni dei nostri prodotti. E da allora abbiamo deciso di strutturarci per farlo per tutti”.
Nella vostra struttura è impegnata tutta la famiglia Iaccarino, come sono divisi i ruoli?
“Io ed Alfonso siamo in cucina; Livia e Mario sono in sala”.
Se la famiglia Iaccarino non avesse fatto parte del mondo della ristorazione quale lavoro avrebbe scelto Ernesto Iaccarino?
“Ho fatto sport a livello agonistico fin da bimbo, lo sport ti insegna tanto: il confronto con gli altri, la competizione; ti insegna a vincere ma anche a perdere. Mi sarebbe piaciuto fare il tennista”.
La passione per la gastronomia e per l’ospitalità la condivide anche con sua moglie Mariangela Matera Sanseverino, discendente di una nota famiglia di albergatori, e che per il Don Alfonso 1890 si occupa della pasticceria. Com’è lavorare con sua moglie?
“Bello perché condividiamo le stesse passioni ed abbiamo i giorni liberi non diversificati, quindi riusciamo anche ad avere un minimo di vita privata”.
Come vede Ernesto Iaccarino il Don Alfonso 1890 di domani?
“Oggi abbiamo un ristorante in Cina, a Macao, uno in Nuova Zelanda ed un altro a Toronto. Siamo riusciti ad aprire in tutti i continenti se si considera che siamo stati presenti anche in Marocco per 8 anni presso l’hotel la Mamounia. La cucina mediterranea sta diventando sempre più popolare nel mondo. Noi dobbiamo restare concentrati e pensare che tutto quello che abbiamo fatto fino ad oggi non conta nulla, conta solo quello che faremo domani. Quindi piedi per terra e lavorare, che poi significa evolvere, creare sulla base della dieta mediterranea”.
Voi Avete anche un Don Alfonso a Toronto ci parli di questo progetto?
“Abbiamo aperto a Toronto 2 anni fa. Siamo nel cuore della città, prima di aprire siamo andati per mercati locali per 1 mese a cercare i migliori ingredienti locali. Volevamo portare in Canada la nostra idea di cucina, ma volevamo farlo partendo dai prodotti locali. Quindi abbiamo messo in carta il bisonte che sta avendo un successo incredibile, le rape, in Canada ci sono tantissime varietà, e ne abbiamo fatto un piatto vegetariano. Hanno anche funghi fantastici che non ho mai visto in Italia, ed abbiamo fatto una zuppa di aglio e funghi. Ci stiamo divertendo”.
Progetti futuri?
“Dovremo aprire per ottobre 2020 nel Missouri negli Usa, presso il Ritz Carlton. Ma continueremo ad essere sempre presenti al Don Alfonso 1890 a S Agata sui due Golfi nel periodo che siamo aperti”.