Sua Maestà il Taurasi: i 5 vini più rappresentativi

taurasi“All’assaggio mi esalto; per il colore rosso rubino cui l’eta’ ha dato vivida unghia granata, per il profumo caldo in cui si sottolinea la marasca e la viola e il lieve sentore di spezie; per il sapore autoritario, per la stoffa elegante.” Così il grande Luigi Veronelli descriveva il principe dei vini del Sud Italia, il Taurasi. Famoso anche come il “Barolo del sud” per la sua eleganza e le sue proprietà organolettiche…

Il Taurasi è un vino ottenuto da uve aglianico, antico ed autoctono vitigno locale. Infatti le origini di tale vitigno risalgono tra il VI e V secolo a.C. ad opera degli antichi Greci. Il nome del vino Taurasi deriva da Taurasia, piccolo borgo conquistato dagli antichi romani dopo aver sconfitto gli Irpini e di cui Tito Livio descrive essere contornata da terre verdeggianti dalle “vigne opime”.

Il segreto dell’eccellenza di questo prodotto sta tutto nella perfetta miscela dei tre ingredienti: la terra, il clima e le uve dei rigogliosi vigneti situati sulle splendide colline irpine, tra i 400 ed i 700 metri. Infatti la ricchezza dei minerali vulcanici, unita alla componente argillosa del terreno, conferisce ai vini l’idoneità ad un lunghissimo invecchiamento; il clima, influenzato dalla posizione geografica dell’Irpinia e dalle sue caratteristiche orografiche, consente una graduale e perfetta maturazione delle uve. Inoltre il fattore altitudine è importante per permettere di sviluppare gli odori penetranti tipici del Taurasi in quanto lo sbalzo termico tra la temperatura diurna e quella notturna è determinante per avere una buona concentrazione di sostanze aromatiche nella buccia degli acini.

La zona di produzione è a nord-est di Avellino e comprende Taurasi e altri 17 comuni, tutti nell’Avellinese. L’aglianico in questa denominazione da la migliore espressione di sé, infatti è stata la prima DOCG assegnata ad un vitigno del Sud (1993). Secondo il Disciplinare di produzione, ricordiamo che i prodotti a denominazione sono regolati da un disciplinare, il Taurasi è prodotto, per non meno dell’85%, dal vitigno Aglianico. Invecchiato per almeno tre anni, dei quali almeno 1 in botti di legno.

E’ un vino strutturato e tannico di colore rosso rubino, gusto vellutato e profumo intenso ma delicato dal bouquet ricco di aromi, si va dalla ciliegia alla confettura di frutti di bosco fino al pepe nero, passando per la violetta, la liquirizia ed il tabacco. Le migliori annate, invecchiate per quattro anni (almeno 18 mesi in botte), diventano Riserva.

L’alta qualità delle produzioni vitivinicole e la loro diversificazione rende ardua la scelta tra le numerose cantine presenti sul territorio, ma tra le etichette più rappresentantive abbiamo sicuramente le seguenti:

  • Taurasi Riserva “Radici” 2012 – Mastroberardino
  • Taurasi Riserva “Vigna Quintodecimo” 2015 – Quintodecimo
  • Taurasi “Vigna Macchia dei Goti” 2015 – Cantine Caggiano
  • Taurasi Riserva 2008 – Michele Perillo
  • Taurasi Riserva “Cinque Querce” 2011 – Salvatore Molettieri

Per un’ottimale degustazione bisogna servire il vino ad una temperatura tra i 18° e i 19° dopo averlo fatto ossigenare, pazientemente, in decanter. Il calice da utilizzare è ampio e panciuto. Accompagna splendidamente tutta la cucina Campana a base di carne. Dai primi con sughi di carne (immancabile con i maccheroni al ragù), alla carne alla brace (delizioso con le costolette), fino a i formaggi a media – lunga stagionatura, meglio se saporiti o tendenti al piccante (imperdibile con il caciocavallo).

Una piccola chicca: grazie alla sua complessa struttura e trama tannica, il Taurasi è considerato un vino da meditazione quindi si abbina anche ad un momento di relax mentre si legge un buon libro come ad esempio “Come Dio comanda” di Ammaniti o l’”Otello” di Shakespeare e se vogliamo regalarci un momento musicale vi consiglio di godervelo con un vinile di Coltrane o Tom Waits.

E Tu, vuoi raccontari di un Taurasi che hai assaggiato? Scrivilo nei commenti qui sotto!

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