La pizzeria Tarumbò a Sant’Arpino riparte puntando sulle pizze della tradizione napoletana

Pizzeria Tarumbò
Da sinistra Francesco Scarano e Raffaele Mancino

Come ripartire dopo il lockdown? Ne abbiamo parlato con Francesco Scarano titolare della pizzeria Tarumbò di Sant’Arpino – Caserta, situata all’interno del Cinema-Teatro Lendi. Oltre alle difficoltà affrontate per la pizzeria, durante il lockdown, Francesco ha dovuto fare i conti anche con quelle relative al Cinema-Teatro essendo lui stesso Direttore Artistico. Abbiamo intervistato Scarano per parlare di ripartenza e della soluzione che lui ha trovato nelle pizze della tradizione napoletana. 

Come ha vissuto il periodo di lockdown?

“Diciamo che le difficoltà sono state doppie, sia per la parte ristorazione sia per la parte cinema e teatro. Nel mio locale faccio eventi di tutti i generi, il Tarumbò è sia ristorante che pizzeria. Devo dire un grande grazie alla famiglia Lendi, che mi è stata vicino. Una famiglia che otto anni fa mi ha dato questa grande opportunità e che durante questo momento di difficoltà mi ha sostenuto anche economicamente”. 

Pizzeria Tarumbò
Com’è cambiata l’attività dopo il lockdown?

“In base alle normative abbiamo dovuto per forza di cose diminuire i posti in sala. Io sono fortunato avendo una sala molto ampia. Una sala da 160 posti a sedere, oggi ne può ospitare solo 70 per via delle misure di distanziamento. Il locale è dotato di un ampio parcheggio, di spazio all’aperto quindi ha dei punti a suo favore”. 

Quando è nata la pizzeria? 

“Tarumbò nasce nel 2008 dal sodalizio che ho avuto con il pizzaiolo Raffaele Mancino. Un matrimonio professionale che ancora va avanti nonostante le varie crisi economiche che in questi 12 anni ha attraversato il nostro paese”. 


Una pizzeria situata all’interno del Teatro Lendi, chi sono i suoi clienti generalmente?

“La clientela non è solo quella legata al cinema-teatro, c’è ovviamente anche quella parte di clientela, ma abbiamo anche una clientela che viene da noi per la pizza”. 

Come ha deciso di ripartire con la Pizzeria Tarumbò?

“Ho deciso di ripartire con un ritorno alle origini, alla tradizione e alla semplicità, puntando tutto sul prodotto che contraddistingue una pizzeria e con un progetto che amo definire: “Very normal pizza”. 

Di cosa si tratta?

“Nulla di complicato, ho riportato al centro dell’attenzione la tradizione, quella del fritto misto, delle bruschette e delle pizze tradizionali: Margherita, Marinara, la salsiccia e Friarielli e il classico Calzone. Ovviamente ci sono anche quelli più innovative ”. 

Qual è l’impressione di questi primi giorni di apertura?

“Non c’è ancora quella serenità di andare in pizzeria, che prima della pandemia era una delle cose più normali che si potesse fare. Una pizza fuori con la famiglia o con gli amici era di routine. Si percepisce la tensione anche quando vengono a prendere la pizza da asporto. Con il tempo sto notando dei miglioramenti, l’acquisizione di una certa serenità, sicuramente dovuta anche alle notizie confortanti degli ultimi giorni che pare ci siano zero contagi da giorni. Notizie che non ci devono far abbassare la guardia, perchè non è ancora finita”.

Come avete aggiornato il lavoro ed il locale in materia di Covid-19?

“Abbiamo dovuto cambiare tutto, oltre all’eliminazione di posti a sedere, abbiamo dovuto sanificare i locali, acquistato una fornitura di i guanti, e non se ne trovano in giro perchè sono arrivati a prezzi assurdi e i commercianti non li vendono. Ho fatto realizzare le mascherine personalizzate, abbiamo messo a disposizione postazioni con l’igienizzante per la clientela. Abbiamo acquistato i divisori di plexiglass per la cassa, il termoscanner. Tantissimi piccoli accorgimenti che andavano fatti.”


Quale delle normative applicate trova giusta?

“Io credo che la distanza sia un’ottimo esempio da seguire anche per il dopo. Una sala con spazi più ampi tra un tavolo ed un altro è un soluzione che andrebbe mantenuta, certo si perdono posti a sedere, però è molto più ordinato e nonni crea caos tra i tavoli”. 

Come nasce il doppio ruolo di ristoratore della Pizzeria Tarumbò e Direttore Artistico del Teatro Lendi?

“Io sono arrivato qui nel 2005, ero collaboratore di Lendi. Poi iniziai a proporre delle iniziative tra il cinema ed il teatro per le scuole. Durante gli spettacoli mi sono occupato anche della parte pubblicitaria, ho organizzato delle cene spettacolo. Feci montare un palco all’esterno. Abbiamo avuto ospiti tanti artisti che poi sono andati a Made in Sud. Da quelle cene spettacolo poi sono nate delle collaborazioni e di conseguenza sono entrato nel mondo del teatro e nel 2010 è nata la mia prima stagione teatrale con Lunetta Savino. Poi feci uno spettacolo con Massimo Ranieri. E da li è nata poi l’idea di rilevare il teatro, facendo anche un ingresso differente da quello del cinema. Il teatro è anche stato utilizzato anche per le prove di spettacoli, come hanno fatto Buccirosso, Casagrande che poi si fermano a cena da me in pizzeria”. 

Qual è il messaggio che deve uscire da questa intervista?

“Potenziare la nostra “Very normal pizza” su una pizza semplicemente normale, che poi ci sono anche le varianti però noi di Tarumbò puntiamo sulla semplicità delle classiche pizze napoletane e sulla genuinità dei prodotti. Il cliente deve essere consapevole di venire da noi a mangiare una pizza normale ad un costo che deve essere contenuto e non con dei costi assurdi”. 

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