Pick Meal Up, è nata lo scorso giugno, quando l’economia del food aveva intrapreso il cammino della ripartenza dopo il lockdown. In pochi mesi ha convinto oltre 10mila italiani a scaricare la propria applicazione, triplicando mese dopo mese il numero di utenti attivi. La ragione di questa rapida scalata? Il fatto di essere, come assicurano i fondatori: Carlo Farina, Marco Vitolo e Roberto Premazzi, un sistema di take away rivoluzionario rispetto ad altri servizi esistenti di prenotazione del tavolo e di food delivery.
L’obiettivo è quello di mettere in contatto clienti in cerca di servizi di qualità ed esercenti (ristoranti, ma anche bar e gelaterie) che vogliono promuovere la propria attività offrendo un pasto da asporto a costi fissi e convenienti.
Il prezzo fisso è l’elemento di distinzione più forte e immediato.
«Dietro a questa scelta – racconta Farina al Sole 24Ore – c’è uno studio approfondito e mirato a servire il mercato dei pasti funzionali, dove i clienti spesso si preoccupano del prezzo e dove la semplicità di scelta e la velocità sono, e saranno sempre di più, un grande valore aggiunto».
Il servizio non prevede costi iniziali di attivazione, nessun canone mensile e nessuna penale di disdetta. Ma solamente una commissione per ogni ordine ricevuto. Si va dalla possibilità di pre-ordinare e di avvisare del proprio arrivo a tutta una serie di funzionalità pensate per i ristoratori. Servizi che spaziano dalla scelta di quali piatti proporre e in quale quantità alla gestione degli orari di ritiro.
Come funzione Pick Meal Up, la startup dedicata al take away
Al ristoratore che aderisce a Pick Meal Up viene assicurata la visibilità sull’app tramite apposita scheda descrittiva, gli orari accessibili per l’asporto e il menu, con indicazione del prezzo (7 euro o 14 euro). Una volta completato l’ordine e il pagamento tramite app, l’utente passa a ritirare il pasto nel proprio ristorante preferito. Al ritiro il cliente mostrerà la conferma dell’ordine direttamente dal telefonino. Basta una semplice scansione del QR code ricevuto e si ritira il pranzo o la cena da consumare comodamente a casa propria o in ufficio.
«Crediamo che questo sia il modello migliore per lavorare con i ristoranti. – Dice ancora Farina. Riteniamo che delivery e take away non siano in competizione, bensì costituiscano due asset fondamentali della ristorazione moderna, necessari per raggiungere clienti diversi con esigenze diverse».
L’obiettivo entro la fine dell’anno
Il progetto è stato autofinanziato e ha usufruito delle agevolazioni previste per le startup innovative. Il servizio è decollato a Milano e nel suo hinterland. È stato testato con una decina di ristoranti diversi per tipologia di offerta e di zona. L’obiettivo, è ambizioso ed è quello di arrivare a 15mila utenti entro la fine dell’anno. Si vuole creare una piazza virtuale da proporre ai ristoratori che vorranno cavalcare la ripartenza.