Il 1 Aprile scorso l’Irpinia si è svegliata coperta di neve. No, non è il celebre Pesce di Aprile. Sui social circolavano foto che ne testimoniavano l’accaduto. Molte aziende vitivinicole mostravano i vigneti coperti di neve, chiedendosi se fosse uno scherzo. Ma che impatto hanno la neve o le gelate primaverili, tanto temute dai viticoltori, sulla riuscita di un buon vino? La vite è una pianta particolarmente sensibile alle condizioni atmosferiche e al clima. In particolare teme l’eccessivo caldo estivo e le gelate primaverili, ha bisogno di buona illuminazione e di bassi livelli di piovosità.
Non tutti gli anni è possibile produrre grandi vini e ogni annata differisce dalle altre. Le giornate di sole, le precipitazioni, i venti, le escursioni termiche modificano ogni volta i tempi con i quali l’uva matura e la sua qualità, determinando il numero, la dimensione e la conformazione dei grappoli presenti sulle piante e, soprattutto, il contenuto zuccherino degli acini, fondamentale per attivare i processi di fermentazione e completare la trasformazione in vino del mosto fiore.
Le alte temperature e l’insolazione favoriscono l’accumulo degli zuccheri negli acini, mentre stagioni rigide e umide indeboliscono le caratteristiche dell’uva. In particolare, sono inopportune piogge abbondanti durante la stagione vegetativa e poco prima della vendemmia: in questi casi, le radici della vite assorbono acqua dal terreno inzuppato e la trasferiscono agli acini, gonfiandoli e diluendo la concentrazione di zuccheri.
Uve non sufficientemente mature si trasformano in vini aciduli, aspri, dallo scarso contenuto alcolico, privi di colore, suscettibili alle malattie e non adatti alla conservazione e all’invecchiamento. La vite durante il ciclo vegetativo e riproduttivo è molto vulnerabile soprattutto in primavera e in autunno. Sono appunto le gelate primaverili e soprattutto le brinate autunnali, che avvengono quando la vite è in vegetazione, che possono causare gravi danni alla pianta, compromettendo lo sviluppo delle gemme.
Al germogliamento o appena prima della fioritura, temperature inferiori a -3°C sono decisamente dannose. Perché si impedisce l’impollinazione del fiore della vite che, non essendo fecondato, non fruttifica. Inoltre se i germogli sono appena formati la produzione sarà molto bassa. La qualità del vino, insomma, possiamo considerarla come un indicatore del clima del passato.
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