Leggere l’etichetta di un vino è fondamentale per preferirlo fra tutti gli altri presenti sullo scaffale. Le diciture riportate su un’etichetta non sono mai casuali e spesso sono normate da specifiche leggi nazionali ed europee. Ecco, quindi, come capire chi ha prodotto il vino e chi l’ha imbottigliato
In etichetta sono riportate, seppur in piccolo, informazioni fondamentali per intuire le potenzialità del vino prima di aprirlo. Capita molto spesso di voler provare una bottiglia nuova: il miglior metodo per non rovinarsi la serata è leggere attentamente le indicazioni del produttore. Non vale fermarsi alla grafica dell’etichetta: la cura della veste esteriore è sinonimo di attenzione e studio, ma non garantisce la qualità del vino. I dati che più ci interessano, infatti, sono spesso stampati sull’etichetta posteriore.
Soffermiamoci, per ora, sulle pratiche di imbottigliatura e – in particolare – sulla dicitura “Imbottigliato all’origine”. Ecco perché si tratta di una spia molto importante per valutare la qualità di un vino.
Perché il luogo di imbottigliamento è spesso indicatore di qualità
Com’è noto il mercato vinicolo è dominato dai grandi produttori, i quali monopolizzano interi settori di mercato. Molto spesso si tratta di vini di alta qualità che possono raggiungere standard altissimi e costare parecchio, altre volte – specialmente in fascia economica – potremmo aver di fronte vini scadenti.
Un vino industriale, però, non avrà mai lo stesso sapore di un prodotto curato da piccole cantine indipendenti, le quali mettono in campo le proprie conoscenze enologiche e tradizioni generazionali per creare un vino di alta qualità. Ma cosa c’entra tutto ciò con il luogo di imbottigliamento?
Il ragionamento è molto semplice: una cantina che segue tutto il processo di vinificazione, dalla raccolta dell’uva fino all’imbottigliamento, potrà garantire i medesimi standard qualitativi su tutta la filiera e garantire che il prodotto sia al 100% figlio del territorio d’origine. Un vino imbottigliato da un’azienda o una cantina terza, invece, è stato prima movimentato, e quindi trasportato su gomma, poi imbottigliato secondo altri criteri rispetto a quelli di produzione.
Chi può utilizzare la dicitura “imbottigliato all’origine”?
La dicitura “imbottigliata all’origine” può essere utilizzata da tutti i soggetti che effettuano l’imbottigliamento: nell’azienda del produttore; nei locali di una cantina sociale o associazione; in un’impresa terza, purchè insista nelle immediate vicinanze, e comunque nella zona delimitata dal disciplinare IGP o DOC.
Un’interpretazione più estensiva della dicitura è stata però proposta dal MIPAAF con nota 11899 del 5 Novembre 2010. Il ministero considera lecita la dicitura anche se il vino è stato imbottigliato in azienda che non gode dei requisiti prima elencati, a patto che la produzione propria dell’azienda prevalga su quella curata da terzi.
Significa che un vino può essere definito imbottigliato all’origine anche se trattato in altro stabilimento, ma il produttore deve avere comunque attiva (in misura maggioritaria) una filiera completa. Un’alternativa più trasparente consiste nella dicitura “integralmente prodotto”. Questa formula indica che il vino è stato totalmente prodotto in un dato stabilimento (vinificazione, affinamento, invecchiamento, imbottigliamento), ma le uve provengono da un soggetto terzo.
A prescindere dalle diciture di legge, è sempre importante ricordare che un vino è sempre preceduto dalla sua storia. Più questa è artigianale e trasparente, più sono alte le probabilità di bere e degustare un prodotto di qualità.