Se non avete mai sentito parlare dell’uva nocera non sentitevi in colpa: è un vitigno minore di origini antiche anche se il suo riconoscimento nel registro delle viti arriva soltanto nel 1970.
E’ diffuso soprattutto nella zona di Messina, anche se si trovano discrete produzioni nella vicina Calabria. La sua origine precisa non è facile da capire, tant’e che le due regioni si contendono la paternità. Quel che è sicuro, in quanto documentato, è che l’uva nocera alla fine dell’Ottocento venne esportata in Provenza e nelle Beaujolais, in Francia, con il nome di Suquet e Barbe de Sultan.
Utilizzato spesso in blend con altri vitigni, oggi trova le sue migliori espressioni “enoiche” nella zona di Milazzo, precisamente nella Mamertino DOC, dove alcuni produttori ne stanno sfruttando le sue potenzialità per farne vini in purezza con lodevoli risultati.
L’uva nocera
Il grappolo è generoso con forma piramidale e acini spargoli, cioè distanziati tra loro. L’acino è spesso ricoperto di pruina, velo ceroso caratteristico di alcune uve. Ha una maturazione media, solitamente si raccoglie nelle prime settimane di Settembre. Ha una buona resistenza ai parassiti ed alle avversità atmosferiche.
Il vino
Il vino che si ottiene da questo vitigno non sono per nulla scontate: nonostante il suo alto grado zuccherino in piena maturazione ha un’acidità fissa che non scompare, e che ne facilita la beva. Ha un colore rubino carico, aromi freschi, floreali e fruttati con note balsamiche che ne accentuano la piacevolezza. Saporito al gusto, con tannino e acidità percettibili ma non invadenti. Ha un buon potenziale evolutivo.
Etichette da provare
Di sicuro il più immediato è il Sicilia Nocera DOC di Planeta, fresco e fruttato, con i suoi 12,5% può essere un degno compagno da tutto pasto. Vinificazione solo in acciaio per esaltare le caratteristiche del vitigno.
Altra proposta interessante il Terre Siciliane IGT di Antica Tindari in cui la morbidezza è prevalente, con tannino integrato e discreta freschezza. Lo berrei in abbinamento ad un piatto di Fusilli alla Siciliana.
Cambria decide di arricchisce di note di cacao e vaniglia il suo Mastronicola Sicilia DOC attraverso un passaggio in botte di diversa capienza. Prezzo decisamente impegnativo ma si tratta di un vino che può sostare in bottiglia qualche anno in più degli altri.
Mimmo Paone invece con il suo “Arte Nocera” Sicilia DOC ha optato per una sosta in botte più breve, appena 8 mesi, che ingentilisce i tannini senza stravolgere il carattere del vitigno. Consigliato da bere su uno stinco di maiale al forno.
Raccolta manuale delle uve e breve affinamento in botte per la famiglia Vasari, piccola azienda a ridosso del Golfo di Milazzo, che con il suo Sicilia Nocera DOC da vita ad un rosso dai profumi fruttati e autentici, buona morbidezza e struttura. L’azienda possiede anche un agriturismo dove poter effettuare degustazioni in loco di vino, olio e pane cotto a legna.
Insomma, dopo questo breve Tour sul nocera, possiamo affermare che talvolta i piccoli vini trasmettono emozioni che possono coinvolgere al pari delle grandi ed affermate etichette.
Fonte Slow Food – Foto vinoalvino.org