L’annata del vino è un’informazione fondamentale spesso riportata sull’etichetta anteriore. Ci aiuta a conoscere meglio il prodotto che stiamo bevendo e ci da alcune indicazioni sul suo sapore e, a volte, sulla sua qualità. Ecco dove trovarla e perché su alcune etichette non è presente
Il vino è un prodotto derivante da materie prime agricole. Com’è naturale che sia, l’uva è soggetta ad annate e stagionalità. A seconda delle condizioni climatiche, infatti, le viti produrranno uva con caratteristiche organolettiche mai uguali a quelle dell’anno precedente. È possibile definire l’annata del vino come l’anno in cui le uve di riferimento sono state vendemmiate. Il produttore, poi, si impegna a garantire che almeno l’85% delle uve utilizzate per la vinificazione provenga da tale raccolta.
Potremo quindi sapere in che epoca l’uva è stata raccolta e se il vino è più o meno invecchiato. Alcuni vini soggetti a un lungo processo di invecchiamento in botte vengono immessi in commercio solo tre o quattro anni dopo la vendemmia. È quindi fondamentale non considerare l’annata come un surrogato della data di scadenza di un vino.
Molti avranno notato che non tutte le etichette riportano l’annata del vino. Non è solo un problema di poca trasparenza, ma di disposizioni normative. Scopriamo quindi di più sull’argomento.
Quando è riportata l’annata in etichetta?
Com’è noto la composizione dell’etichetta degli alimenti, e del vino in primis, è strutturata a partire da stringenti norme nazionali ed europee. Riportare l’annata in etichetta può essere, a seconda dei casi, obbligatorio, facoltativo o addirittura vietato.
Per capirne di più è bene suddividere preliminarmente i vini in tre categorie: vini DOCG, DOC e IGP; vini varietali e vini senza denominazioni. Analizziamo nello specifico le norme relative a ogni tipologia di vino.
Vini con denominazione d’origine
I vini con denominazioni d’origine sono frutto di un accordo fra gli agricoltori e le autorità italiane o europee. Possono fregiarsi di tale “marchio” tutti i vini prodotti secondo un dato disciplinare. L’indicazione dell’annata è quindi demandata alle regole del disciplinare: nella maggior parte dei casi il passaggio in etichetta è obbligatorio o fortemente consigliato.
Vini varietali
I vini varietali non sono protetti da denominazioni d’origine, ma vengono vinificati a partire da vitigni tutelati a livello internazionale. L’indicazione dell’annata per i vini varietali è consentita, consigliata, ma non obbligatoria. Dipende quindi da una scelta del produttore, che – a onor del vero – non è sempre imputabile a poca trasparenza.
Vini senza denominazione
I vini commercializzati senza denominazione sono molteplici. Il fatto che non si aderisca a un particolare disciplinare non è indice di bassa qualità. Molti vini senza denominazione sono veri e propri gioielli del territorio. Tuttavia la legge impedisce a tali produttori di inserire l’annata in etichetta. Non bisogna stupirsi, quindi, se è sistematicamente assente.
Un modo per intuire l’annata, però, esiste anche per i vini senza denominazione. Nel lotto (obbligatorio per tutti i prodotti alimentari), le ultime quattro cifre sono spesso dedicate all’anno di vendemmia. Non si tratta di una certezza, ma di un’indicazione generica che per essere confermata necessiterebbe del dialogo con il produttore.