Alessandro Condurro è l’uomo che rappresenta in Italia e nel mondo L’Antica Pizzeria da Michele. Ama comunicare attraverso i social il brand di famiglia e lo fa in maniera vera, autentica e senza trucchetti. Questa intervista nasce per un post su Facebook dove Alessandro Condurro, fotografato davanti al forno della pizzeria pone una domanda: “Chi è il migliore?” Il post è stato pubblicato poche ore dopo la pubblicazione di una delle più prestigiose classifiche dedicate al mondo della pizza: 50 Top Pizza. Ho intervistato Alessandro Condurro e con lui abbiamo parlato di classifiche, di pizza e dei progetti futuri.
Alessandro Condurro parliamo del post da te pubblicato?
“A me piace molto scherzare, uso i social per divertirmi. Sono solitamente molto ironico. Il post è in riferimento alle classifiche ovvio. Ti faccio un esempio molto semplice. Organizzo una festa a casa mia, pago tutto io e quindi invito chi voglio. Questa è un po’ la logica di tutte le classifiche in generale. 50 Top Pizza è la classifica curata da Luciano Pignataro, Barbara Guerra, e Albert Sapere, è una classifica importantissima e prestigiosa, ma resta sempre un qualcosa di soggettivo. Hanno sponsor importanti e quindi mediaticamente hanno una diffusione a tappeto”.
Parliamo di classifiche?
“Nessuna classifica può essere realmente attendibile fino a quando non si considerano elementi oggettivi. Cosa molto difficile quasi impossibile, perchè il cibo è la soggettività per eccellenza. Quello che piace ad uno non è detto che piaccia ad un altro. Se non consideri la pizza o il numero di pizze vendute, ma valuti la carta dei vini, quella delle birre e il servizio di sala, è normale che L’Antica Pizzeria da Michele non può vincere, e non può essere in determinate classifiche, perché non rientra in questi standard. Però allo stesso tempo non puoi mettere L’Antica Pizzeria da Michele al quarantesimo posto. Tempo fa fecero il Napoli Pizza Village a New York, noi non partecipammo. Lo stand più affollato ad esempio fu quello del Trianon, perchè è famoso, e gli italiani in America si riconoscevano in quel nome.
“La percezione nel mondo è completamente diversa. Se consideriamo quante pizze si vendono al giorno non c’è storia per nessuno. Molto spesso i curatori di alcune classifiche si sono trovati difronte a due pizzerie come L’Antica Pizzeria da Michele e Sorbillo che sono due pizzerie troppo importanti e famose da non poter essere messe nelle classifiche, due pizzerie che fanno numeri e quantità, unite ovviamente alla qualità. Ti faccio un altro esempio: al Festival di Sanremo vince Diodato, ma non è il miglior cantante italiano. Per me è giusto che pizzerie come quelle elencate siano in classifica perchè sono pizzerie molto valide, ma è giusto che L’Antica Pizzeria da Michele non partecipi a queste classifiche.
Alessandro Condurro: “L’Antica Pizzeria da Michele è la pizzeria più famosa al mondo. Oggi un brand riconosciuto in Italia e all’estero”.
“Per questo motivo sono poi nate categorie diverse per pizzerie che hanno ad esempio più di 5 pizzerie, e quindi si crea una categoria a parte. Nelle classifiche ci sono parametri di valutazione lontani dal mondo del nostro modo di fare pizzeria. Ad esempio Franco Pepe a Caiazzo ha creato un’esperienza, una sorta di stellato della pizza. Location fantastica, il sommelier, tutte cose che all’Antica Pizzeria da Michele e da Sorbillo non troverai. L’Antica Pizzeria da Michele e Sorbillo non rientrano negli standard di queste classifiche dove vengono premiati il miglior servizio, la miglior foglia di basilico, il miglior parcheggiatore della pizzeria ecc. Però una classifica non può prescindere dall’Antica Pizzeria da Michele e Sorbillo che sono le due pizzerie più importanti del mondo”.
Da noi e da Sorbillo mangi la pizza e te ne vai. Se vai in giro per il mondo e nomini L’Antica Pizzeria da Michele e Sorbillo, le conoscono tutti, mentre gli altri sono meno noti. Io l’anno scorso ho chiesto di eliminare la nostra pizzeria dalla classifica perchè non faccio le stesse cose degli altri. Ritornando all’esempio di Sanremo, Eros Ramazzotti non partecipa a Sanremo perché o vince o fa una brutta figura. Non si può dare la possibilità ad uno sconosciuto di dire ho battuto Tizio e Caio. La mia non è presunzione, io non ho meriti, io ho dato solo visibilità mediatica. Il merito del fatto che l’Antica Pizzeria da Michele è così riconosciuta è di persone che non ci sono più, noi siamo il simbolo di Napoli nel mondo”.
Tour virtuale dell’Antica Pizzeria da Michele disponibile sul sito: www.micheleintheworld.com
Quanto uno sponsor pesa in queste classifiche?
“Gli sponsor hanno un grosso peso ovunque, chi dice il contrario non capisce niente. Questa non è una cosa illecita ovviamente, rientra nel saper vivere. Ovviamente non credo che le classifiche siano fatte o imposte dagli sponsor attenzione. 50 Top Pizza è a mio avviso una delle classifiche più libere. Luciano Pignataro è una garanzia, difficilmente si piega alle esigenze di uno sponsor, è una persona al di sopra delle parti, non conosco molto bene le altre due persone, ma sicuramente lavorando con Luciano, credo siano dello stesso pensiero di Luciano”.
L’Antica Pizzeria da Michele a Napoli propone solo pizza Margherita e Marinara mentre nelle altre pizzerie c’è anche altro, perchè questa differenza?
“C’è un duplice motivo. Quello che avviene a Napoli è un miracolo che si può fare solo all’Antica Pizzeria da Michele a Forcella. Chi viene da noi sa che deve fare due ore di fila, anche se ora con il Covid e la prenotazione è più facile trovare posto. È come se vai a visitare il Cristo Velato, vedi l’opera vai via. Quel miracolo non puoi ripeterlo da altre parti, ecco perchè nelle altre nostre pizzerie è diverso. La copia della Gioconda è bellissima ma resta una copia. Devi adeguare il format al posto dove viene realizzato, nelle altre pizzerie la gente vuole anche altro, come il cocktail, la pasta ecc.”.
Come procede la riapertura con il Covid?
“Fortunatamente Milano è stata l’ultima delle vecchie pizzerie a riaprire. Ho temuto di non aprire qualche pizzeria, invece le abbiamo riaperte tutte e abbiamo inaugurato anche nuove pizzerie come quella in Arabia Saudita. Il mio partner arabo ha preso altri quattro locali per aprire altre pizzerie. Una delle pizzerie che abbiamo a Londra ad esempio, inaugurata a febbraio si è trovata subito in pieno lockdown. Alla riapertura il mio pizzaiolo lì a Londra durante una telefonata mi ha detto “dalle 11 del mattino alle 3 di notte è sempre piena”. Lì facciamo la pizza con l’oro ad esempio. La speranza ora è che non ci chiudano nuovamente”.
Quanto sei fiero del tuo lavoro e di portare un nome così storico nel mondo?
“Molto, c’è un detto che dice: “Fai il lavoro che ti piace e non lavorerai nemmeno un giorno nella tua vita”. Io ho provato a fare le pizze da ragazzo, ma mi hanno allontanato subito dal bancone. Mio nonno non voleva che i figli facessero i pizzaioli, all’epoca era considerato un lavoro poco appetibile, la stessa cosa ha fatto mio padre con me. Io sono Dottore Commercialista, mi considero un professionista prestato al mondo della ristorazione. È un lavoro che mi ha permesso di realizzare i miei sogni, di mettere su famiglia. Ovviamente quello della ristorazione ha un altro fascino. Quello della pizza mi ha permesso di viaggiare, di portare Napoli nel mondo, una Napoli che non è Gomorra e malavita, tantomeno Pulcinella, mandolino e babà. Ho cercato di portare nel mondo un’immagine della pizza più professionale, non la solita giacca da pizzaiolo ma un’immagine con giacca e cravatta”.
Quali sono i progetti futuri?
“Abbiamo a breve diverse aperture tra cui Genova, Torino e Palermo. Lanceremo a breve un nuovo progetto dedicato allo street food, con l’apertura in luoghi come aeroporti, centri commerciali e stazioni ferroviarie”.